“Dalle Mani delle Donne” il progetto nasce a gennaio 2021 da un numero, questo:

A causa del Covid più di 400mila donne in Italia hanno perso il lavoro
Con la crisi causata dal Covid-19 in Italia sono 450mila i posti di lavoro persi dalle donne tra aprile e settembre 2020. Numeri altissimi che rapportati a quelli del resto d’Europa pongono il nostro paese al secondo posto per calo dell’occupazione femminile: secondo quanto riportato dai “Consulenti del lavoro”, rispetto a un calo del 4,1% delle addette tra i 15 e 64 anni in Italia, in Europa il numero è sceso “solo” del 2,1%: “Dopo la Spagna, il nostro è il Paese con la contrazione più elevata”
Sono 450mila i posti di lavoro persi dalle donne in Italia tra aprile e settembre del 2020 a causa della pandemia da Coronvirus ( numeri in aumento): la denuncia arriva dai Consulenti del lavoro che spiegano come quello italiano sia un “record” tra i più negativi in Europa.
Peggio del nostro paese infatti solo la Spagna, in Italia infatti, a fronte di un calo percentuale del 2,1 negli altri paesi europei, in Italia la percentuale è quasi doppia: 4,1 per cento. La fascia presa in considerazione è quella delle addette tra i 15 e 64 anni.
L’Italia seconda in Europa per calo dell’occupazione femminile
Secondo i Consulenti del lavoro nei mesi di aprile-settembre 2020, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente l’occupazione femminile in Italia è diminuita di “103.000 unità, registrando una contrazione del 6,4 percento, praticamente il doppio di quella registrata dagli uomini”. A preoccupare è il rapporto rispetto agli altri paesi in Europa: “In nessun Paese europeo si è assistito ad un calo così forte – si legge nel report che è stato diffuso a due giorni dall’8 marzo – in media, le autonome sono diminuite dell’1,6 percento”.
Un dato che non si distanzia di molto da quello degli uomini che si attesta all’1,9 percento. Lo studio dei Consulenti ricorda che nel 2020 l’Italia avrebbe dovuto raggiungere i target previsti dalla Strategia Europa 2020 con l’innalzamento del tasso di occupazione al 67 percento.
Il dramma dell’occupazione femminile in Italia
Secondo quanto analizzato dal report a giocare un ruolo fondamentale sarebbe stata la crisi del settore turistico e delle attività ristorative e commerciali dove l’occupazione delle donne è maggiore. E, dall’altro, va tenuta in considerazione la “fragilità” del segmento ‘rosa’ indipendente, elemento suffragato, evidenziano i professionisti, da “una recente indagine svolta da Eurostat sul lavoro autonomo nei Paesi membri”, secondo cui “il 17,5% delle italiane che esercita attività in proprio lo fa per un solo committente”, percentuale, questa, “quasi doppia rispetto alla media europea (9,2 percento), ma anche la più alta del continente”, si legge, infine.

Gennaio 2021 – Il progetto fotografico era nel cassetto da anni, le mani delle donne che lavorano mi hanno sempre affascinato e ritengo che ora sia giunto il momento di dare loro una forma visiva tangibile attraverso i miei scatti, poiché nel periodo storico della pandemia che stiamo affrontando da lungo tempo oramai, è e sarà, secondo me, la motivazione per molte donne di ricominciare a ripensare a un nuovo modello di lavoro, per un nuovo rinascimento che parte proprio da noi donne, dalle nostre mani.

Ed è per questo che la Mostra intende raccontare storie di donne che con le mani stanno riscrivendo il futuro, con fiducia nelle proprie capacità e professionalità.
In esposizione immagini in bianco e nero, di grande formato, sviluppate in verticale. Scatti simbolici su mani di donne che lavorano. Ogni foto mette in primissimo piano le mani, che rappresentano lo strumento di emancipazione e affermazione personale nel lavoro e nella vita.
La mostra, già inaugurata con successo di pubblico nel novembre del 2021 a Bologna presso la Sala Museale del Baraccano in concomitanza con la Giornata Mondiale contro la violenza sulle Donne, comunicando con testimonianze concrete attraverso le immagini, che le mani delle Donne non servono solo per difendersi, ma per creare ed autoaffermarsi. Ha proseguito il suo cammino insieme a Coop Alleanza 3.0 main sponsor che ha creduto fin dall’inizio nella bontà e finalità sociale del progetto, e nell’intento di raggiungere e sensibilizzare più persone possibile e rendersi fruibile anche in spazi non convenzionali, nel corso del 2022, nelle Gallerie commerciali degli Ipercoop di Bologna con il primo appuntamento presso l’Iper COOP Centro Lame dal 4 al 15 marzo 2022. Il secondo appuntamento dal 29 aprile al 15 di maggio presso la galleria del Centro Commerciale Centro Nova di Villanova di Castenaso. In concomitanza con il 1 maggio festa dei lavoratori che cadrà di domenica, è stata organizzata il giorno 2 maggio la conferenza stampa di presentazione.
Le successive tappe: nel giugno del 2022 presso la storica Villa Achillini a Sasso Marconi con il patrocinio del Comune di Sasso Marconi e del FAI delegazione di Bologna, nel novembre del 2023 ha fatto da cornice, sul palcoscenico del Teatro Galliera a Bologna all’evento dal titolo ”Voglio Esserci” organizzato da dal Coordinamento Politiche di Genere FNP Cisl Emilia Romagna.
Attualmente è in esposizione presso lo spazio “ Via Coperta” all’interno del Castello Estense a Ferrara

Il progetto espositivo
La mostra fotografica “Dalle Mani Delle Donne” a cura di ANAIZIT photo è un potente tributo all’affermazione e alla resilienza femminile, che evidenzia il ruolo fondamentale delle mani come simbolo di lavoro, creatività e capacità di trasformazione.
Attraverso una serie di scatti in bianco e nero, l’artista riesce a catturare l’essenza della forza e della delicatezza che si intrecciano nelle esperienze quotidiane delle donne. Le immagini, presentate in grande formato e in verticale, disposte in sequenza, offrono una visione dinamica delle mani che lavorano, creando un racconto visivo che celebra la diversità dei mestieri e delle professioni. Ogni scatto diventa un atto di narrazione, raccontando non solo una storia di fatica e impegno, ma anche di speranza e rinnovamento.
Le mani, protagoniste indiscusse di questa esposizione, sono un simbolo di identità e orgoglio, capaci di esprimere emozioni profonde e complesse.
La decisione di mettere in risalto i gesti delle donne, catturati in un flusso di azioni, suggerisce un legame intimo tra il soggetto e il suo ambito di lavoro, sottolineando l’importanza dei gesti quotidiani come espressione di emancipazione e creatività.
In un contesto in cui le statistiche sul lavoro femminile sono preoccupanti – il progetto è nato e si è concretizzato nel 2021 periodo della pandemia, poiché sviluppa il tema della perdita del lavoro delle donne: secondo i dati riportati dall’Istat (dato 2021) più di 450mila donne in Italia hanno perso il lavoro a causa del Covid-19 – quest’opera assume un significato ancora più rilevante: è un invito a riflettere e a riconoscere il valore del contributo femminile in tutti gli ambiti. È il racconto di una lotta che continua, di donne che, attraverso le loro mani, cercano di riscrivere il proprio futuro, richiedendo spazi di autonomia e competenza.
La mostra non si limita a raccontare delle donne che hanno affrontato la crisi, ma amplifica il loro messaggio e la loro determinazione, rendendo visibile una narrazione collettiva che abbraccia culture e storie diverse. Attraverso questo percorso artistico, il pubblico è invitato a esplorare le proprie percezioni sul lavoro e sull’emancipazione, partecipando così a un dialogo inclusivo e necessario.
“Dalle Mani delle donne” è un viaggio visivo e emotivo che invita a guardare oltre le semplici immagini, per ascoltare le storie e i desideri di chi, con coraggio e passione, continua a costruire il proprio posto nel mondo.

 

” Dalle Mani delle Donne” la recensione della curatrice Francesca Mezzadri 

Dalle Mani delle donne

Se paragoniamo le mani di un uomo a quelle di una donna riconosciamo infinite differenze.

L’uomo nasce cacciatore, guerriero: mani maschili la cui stretta è doppia rispetto a quelle femminili. Per contro la mano femminile è flessibile e precisa. Le dita sono più fragili ma anche più adatte a piegarsi, i legamenti sono più snodati. Flessibilità e precisione, che la rende uno strumento capace di compiti molto particolari come ricamare o modellare. Per millenni, le donne erano le artiste per eccellenza. In tutte le culture, era lasciata a loro l’arte del decorare, infilare collane, lavorare sui dettagli nelle pitture, sculture, in particolare la ceramica.

Nelle immagini dell’artista questa forza delicata, rappresenta un punto importante dell’intero lavoro e sintetizza i suoi temi principali portandoli in una dimensione atemporale: la rappresentazione di antichi e moderni mestieri da cui l’artista ci invita a guardare il nostro presente nella proiezione di un futuro necessariamente possibile.

Dita che si muovono verso l’infinito, mani che si aprono e chiudono, che si espandono e ogni volta sembra leggervi una presenza, un segreto. Ne vediamo la fatica, la meraviglia, l’energia di colei che è abituata a dare la vita. La scelta dell’artista è la sequenza del gesto in tre scatti dello stesso soggetto, proprio per sottolineare, il calore di quelle mani nello svolgersi di un preciso gesto tecnico.

La sensazione è che più che guardarle , le mani ci troviamo ad ascoltarle.

Le  mani di Anaizit, sono un diario di racconti di viaggio, un simbolo della ricerca di “una zona franca” che non è certo se mai troveranno. In questo viaggio immaginario le mani costituiscono la carta geografica che fa da sfondo a una narrazione tanto locale quanto universale, tanto intima, quanto collettiva. In queste mani c’ è dentro il mondo.

Carte geografiche che vanno tradotte.

La mano della pastaia, per esempio, che ci fa tornare bambi quando la nonna tirava la sfoglia. Ricordi antichi e gesti attuali. Nella mano, in cucina, nei gesti precisi di quei piccolissimi tortellini, si ritrova tutta l’azione che richiede la forza, perizia e delicatezza del gesto minuto. Sbucciare, mescolare, spezzare, dosare, impastare premere, lavare sono solo alcuni dei gesti, che nella nostra carta geografica troviamo ancor prima della perfezione del gesto finale, immortalato dallo scatto.

Anaizit è così: mentre guardiamo veniamo rimandati ad un altrove, che non si vede eppure puoi immaginarlo, assaporarlo. Non sono mai immagini “cercate”, ma di grande spontaneità. Un pregio.

Dà il benvenuto ad ogni mattino con fresca spontanea esaltazione, entusiasmo e vitalità. Chi guarda non può non esserne contagiato. Raramente una fotografia di Anaizit presenta caratteristiche diverse dall’essenzialità, dall’ eleganza, dalla chiarezza e comprensibilità.

Il raffinato intimismo della contemplazione nella tatuatrice, la soavità della parrucchiera in scatti così lievi che sembrano quasi sospesi…

Anaizit è autodidatta come tanti immensi artisti. Scoprì l’espressione artistica come come forma di sollievo alle proprie sofferenze di vita. Per la legge del contrappasso, apre l’anima , a noi lettori, e i suoi scatti ci deliziano.