Ritratti: Erri De Luca
Ci sono volti che raccontano storie prima ancora che le parole prendano forma. Quello di Erri De Luca è uno di questi. Segnato dal tempo, dai chilometri percorsi e dai libri scritti, il suo sguardo porta con sé la profondità di chi ha vissuto con intensità. Durante l’evento “Andammo fuori tema”, l’ho osservato, ascoltato e fotografato, cercando di restituire un frammento della sua presenza.
L’attesa e l’incontro
L’atmosfera era intima, quasi raccolta, come si conviene a una serata in cui le parole sono protagoniste. Erri De Luca era seduto su una sedia di vimini, tra il verde di un giardino che sembrava fatto apposta per accogliere storie. Non parlava per riempire il silenzio, ma per dargli una direzione. E intorno a lui, il pubblico ascoltava assorto, cullato dal suono delle sue frasi essenziali, tagliate come la pietra.
Il volto del narratore
Ho scattato cercando di cogliere quell’intensità: un bianco e nero essenziale, senza fronzoli, perché nulla distraesse dallo sguardo. La luce naturale filtrava attraverso le foglie, accarezzando i contorni del viso, segnando le rughe come fossero sentieri. Ho scelto punti di vista diversi: la nuca leggermente inclinata, la mano che sfiora la testa in un gesto pensieroso. Lo sfondo sfocato, punteggiato dai volti attenti degli spettatori, racconta il dialogo muto tra chi parla e chi ascolta. Un momento sospeso, che restituisce la dimensione intima dell’incontro.
Fotografia come narrazione
Ritrarre uno scrittore durante un evento del genere significa tradurre in immagine la densità delle sue parole. Non si tratta solo di fissare un’espressione, ma di raccontare il ritmo della serata, il peso di ogni pausa, il gioco di luci e ombre che accompagna il discorso. Queste fotografie non vogliono essere solo testimonianza visiva, ma un modo per avvicinarsi a quell’istante irripetibile in cui la voce di un narratore diventa parte del paesaggio, e chi ascolta si lascia trasportare lontano, magari proprio “fuori tema”.
